Cartografia

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La Sezione si compone di vari documenti e strumenti, che testimoniano le ricerche, gli studi e le applicazioni condotti nell’ambito dello Ximeniano per finalità astronomiche, geodetiche, topografiche, cartografiche e geografiche, ma anche per il disegno e la progettazione architettonica e meccanica, per la redazione di progetti di regimazione idraulica del territorio, di infrastrutture stradali e ferroviarie, di ponti, di trafori: un considerevole insieme documentale, talmente ricco di interessi e di intrecci disciplinari da mostrare la vera essenza dell’Osservatorio, quale florido centro di ricerca scientifica e vera e propria scuola politecnica.

La Sezione è essenzialmente composta dalla Cartoteca storica e dal Gabinetto degli strumenti scientifici.

La Cartoteca custodisce carte geografiche, corografiche e topografiche, mappe a grande scala, vedute prospettiche di scorci urbani, panoramiche a volo d’uccello, disegni architettonici e carte tematiche a varie scale.

In questo ricco insieme documentale, spiccano certamente per bellezza e importanza storica i manoscritti, come la Carta topografica dimostrante quel tratto di litorale toscano che dalla città, piazza e porto di Livorno si estende fino a Terranuova nuovamente fatta da Innocenzio Fazzi, tenente del Corpo d’ingegneri i S.M.I. in Toscana, [...], del 1761, la Pianta del tronco del fiume Elsa dalla Pescaia del Mulino della Dogana fino al suo sbocco in Arno presa nell’occasione della visita fatta dal mattematico Sig. Dott. Pietro Ferroni in causa dei mulini dell’Elsa, realizzata da Antonio Capretti nel 1773, le belle carte (non più in perfetto stato di conservazione) realizzate dagli agrimensori Giachi, al servizio del Granduca, per la rappresentazione dei territori dei circondari amministrativi dello stato, e, non ultimo, lo splendido atlante realizzato dall’architetto Pietro Conti nel 1793 e contenente la Collezione delle piante e prospetti delle fortificazioni situate lungo il littorale toscano che si conosce volgarmente sotto la denominazione di Littoral grossetano per quanto si estende tra il confine dei Regi Presìdi di Napoli e l’altro del Principato di Piombino.

Altri pregevoli documenti sono inoltre costituiti da piante e carte geografiche antiche a stampa, databili a partire dalla fine del Cinquecento, con diversi esemplari seicenteschi e settecentesci di pregio, con i rilievi di Ferdinando Morozzi, di Leonardo Ximenes e di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, redatti a varie scale, fino alle più recenti piante di Firenze.

Particolare importanza rivestono poi i numerosi documenti preparatori della monumentale Carta geometrica della Toscana alla scala 1:200000, realizzata dallo scolopio P. Giovanni Inghirami e dal suo assistente, P. Numa Pompilio Tanzini, collegati al catasto geometrico-particellare toscano e al grande lavoro di triangolazione e di livellazione trigonometrica del Granducato di Toscana (FIG.1).

Fig. 1 - Carta Geometrica della Toscana alla scala 1:200000

Il Gabinetto degli strumenti scientifici raccoglie, nelle sale museali dedicate al gesuita Leonardo Ximenes e allo scolopio Giovanni Inghirami, tutta la strumentaria che per buona parte fu impiegata per le osservazioni astronomiche e per le operazioni di inquadramento geometrico del territorio, di rilevamento topografico di dettaglio e di disegno e che testimonia ancora oggi pagine importanti della storia della scienza, in una città come Firenze, nota ai più solo per il suo contributo alla storia dell’arte.

Nella ricca collezione dell’Osservatorio, particolarmente degni di nota sono il cannocchiale a tiranti, costruito da John Yarwell a Londra intorno al 1685, il compasso di proporzione costruito da Giovanni Maccari nel 1689 e il radio latino di Latino Orsini, gli strumenti settecenteschi appartenuti a Ximenes, come il quadrante di ottone con cannocchiale, del 1754, il quadrante mobile in ferro e il grande quadrante murale di ferro, con raggio di 333 cm, di poco posteriori al precedente, il cerchio azimutale e la bussola, tutti costruiti dal meccanico Giovanni Renard (1698- 1783), l’astuccio con compassi e tiralinee, i telescopi rifrattori di Dollond (Londra 1770 c.a), fino agli strumenti impiegati da Giovanni Inghirami per le osservazioni astronomiche e per la triangolazione e la livellazione toscane. Si tratta di esemplari esprimenti il meglio della meccanica di precisione europea dell’Ottocento, come il cerchio ripetitore astronomico di Reichenbach del 1814, lo strumento dei passaggi di Utschneider e Liebherr e il teodolite universale di Reichenbach, la tavoletta pretoriana di Liebherr e Müller e il pantografo di Liebherr, costruito a Monaco nel 1820 (FIG 2).


Fig. 2 - "Teodolite Inghirami" (Circolo ripetitore di 16 pollici, Utschneider, Reichenbach, Fraunhofer)