Radiotecnica

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Nel 1912 l’Osservatorio Ximeniano si dotò di una stazione radio per ricevere l'ora esatta di Parigi trasmessa dalla Torre Eiffel che, rispetto alla rilevazione astronomica dell’ora, avrebbe consentito di ottenere una maggiore precisione nello studio dei fenomeni sismici. Alla prima stazione radio realizzata da Padre Guido Alfani nel 1912 se ne affiancò una seconda nel 1923, evoluzione tecnologica della prima.

Sulla base di alcune immagini fotografiche (Fig. 1) e del materiale recuperato nei depositi dell'Osservatorio Ximeniano si è proceduto al restauro di una serie di apparati radio, e degli strumenti necessari per la loro messa a punto, che aiutano a riscrivere la storia della Radio nei primi anni del secolo scorso. Gli strumenti sono tutti funzionanti, il che ha reso il restauro un intervento di particolare complessità. E' stato infatti necessario risalire ai circuiti originari, nonostante la scarsa documentazione e le difficoltà nel definire le caratteristiche dei componenti elettronici ritrovati.

Fig. 1 – Foto storica della stazione radiotelegrafica di padre Alfani

Radioricevitore 1912

Lo schema di tale apparato è ripreso dal libretto che Padre Guido Alfani volle dedicare a Marconi in occasione della sua visita del 9 Settembre 1912 (Fig. 2), con il titolo “La Stazione radiotelegrafica nell’Osservatorio Ximeniano”.

Fig.2 – Padre Alfani e Guglielmo Marconi

Nucleo centrale di questo apparato è il Detector Elettrolitico, usato da Padre Alfani e riportato nel suo schema, ma di cui ormai ben poco si sapeva. Si tratta di un pezzo assolutamente originale, forse unico nello specifico impiego in Italia. Tale diodo è stato accuratamente restaurato e, utilizzando il materiale ritrovato, si è ricostruito l’intero ricevitore secondo lo schema di Padre Alfani (Fig. 3).

Fig. 3 - Esemplare ricostruito del primo ricevitore per l’ascolto dell’ora esatta di Parigi

Radioricevitore 1923

Il radioricevitore realizzato da Padre Alfani nel 1923 segue lo schema elettrico del ricevitore di Marconi del 1895 e fa uso come rilevatore di un coherer. Tale dispositivo qualora attraversato da un segnale, nella fattispecie captato dall'antenna, di intensità sufficiente entra in conduzione, e permette di chiudere un relè che da una parte aziona la scrivente mentre dall'altra mette in moto un martelletto che percuote lo stesso coherer ripristinandone l’isolamento.

Il coherer, la cui invenzione è dovuta nel 1884 a Temistocle Calzecchi Onesti, ha avuto un ruolo fondamentale nelle prime esperienze radio. È poco noto anche ai molti addetti ai lavori, per il fatto che venne parzialmente abbandonato con l’invenzione del detector magnetico, dovuta allo stesso Marconi e quindi definitivamente dopo il perfezionamento del diodo, inventato da Fleming nel 1906.

Il ricevitore restaurato nella forma attuale è riportato in Fig. 4.


Altri apparati

L'Osservatorio ospita anche una serie di apparati, anch'essi tutti funzionanti, che erano presenti nel laboratorio di Padre Alfani. Infatti per provare e mettere a punto i ricevitori egli aveva bisogno di tutta una strumentazione complementare, che in gran parte ha realizzato integralmente o ha modificato per l’uso specifico a cui era destinato.

  • Trasmettitore con Rocchetto di Ruhmkorff
  • Radio sperimentale con circuito omodina a cinque triodi (SITI R4)
  • Generatore di radio frequenza ad onda lunga (costruito da Padre Alfani negli anni venti per allineare i circuiti sintonici degli apparati di radio ricezione)
  • Ricevitore a cristalli wireless Marconi Mod. P16 N 5248. Destinato alla ricezione radio della telegrafia senza fili, fu costruito presso le “Officine Marconi di Genova” all’inizio degli anni venti del secolo scorso.
  • Radio ricevitore SITI Mod. R3 (si tratta di un apparato facente parte di una famiglia di apparati per i quali si parlava di “quei meravigliosi apparecchi che rappresentavano la radio italiana dei primi anni venti”.
  • Radio ricevitore SITI di Padre Guido Alfani (Fig. 5). Questo apparato fu costruito da Padre Guido Alfani con componenti chiesti alla Società SITI. Il contenitore, in noce naturale, è certamente opera di falegnameria fiorentina.
  • Antenne a telaio e a cilindro. Per ragioni di sicurezza militare, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, a Padre Alfani fu ordinato l’abbattimento dell’antenna esterna. Egli allora progettò e costruì alcune antenne da utilizzare all’interno, che sono state perfettamente riprodotte e sono perfettamente funzionanti.