Sismologia

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Fra le sue diverse eccellenze disciplinari, l’Osservatorio Ximeniano vanta una delle più antiche tradizioni di osservazione strumentale dei terremoti al mondo, oltre che una fra le più prestigiose.

Questo primato è testimoniato dalla ricca collezione di sismografi, fra i primi al mondo, e dalle migliaia di registrazioni sismiche realizzate dai numerosi strumenti dell’Osservatorio, frutto della straordinaria inventiva di due dei suoi principali protagonisti in questo settore: Filippo Cecchi e Guido Alfani.

Da alcuni anni l’attività della Sezione Sismologica è articolata con uno sguardo al presente e uno al futuro, con una stazione sismica moderna, e un’attenzione al suo lungo e prestigioso passato, attraverso un’intensa e sistematica azione di riproduzione e divulgazione della sua antica tradizione.

Dal 2008, la pluridecennale convenzione con l’Istituto Nazionale di Geofisica (dal 1999 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV) ha allargato i propri orizzonti al sistematico recupero, alla riproduzione e alla valorizzazione scientifica e culturale del consistente e preziosissimo patrimonio storico-scientifico sismologico dell’Osservatorio.

Dal 2009 la stazione sismica FIR, che funziona nel seminterrato dell’Osservatorio, è dotata di strumentazione allineata con gli standard di sensibilità della Rete Sismica Nazionale dell’INGV, di cui fa parte. Il sito, pur trovandosi nella zona del centro storico di Firenze vicino al fiume Arno e quindi su depositi alluvionali, ha caratteristiche accettabili per ospitare una stazione sismica di questo tipo.

Nel Gabinetto Alfani, sotterraneo, è presente uno storico pilastro di cemento, isolato dall’edificio, che è risultato idoneo per l’installazione dei sensori velocimetrico e accelerometrico. L’ampia gamma di frequenze che il velocimetro è in grado di rilevare lo rende idoneo a fornire ottime registrazioni di terremoti localizzati a migliaia di chilometri, così come si rivela particolarmente efficace nel contribuire alla localizzazione di terremoti molto vicini come quelli della sequenza sismica del Chianti del 2014-2015.

Le attività di recupero e di valorizzazione del patrimonio storico-scientifico dell’Osservatorio si sviluppa su diverse linee: riproduzione digitale di documentazione storica, recupero del patrimonio strumentale della sezione sismologica e sua promozione.

Lo studio dei grandi terremoti del passato riveste un particolare rilievo, dal momento che rappresentano i rari esperimenti della sismologia, non riproducibili in laboratorio.

Queste iniziative di recupero, riproduzione e divulgazione dei dati sismologici storici hanno quindi una doppia valenza: scientifica e culturale. Il restauro e il recupero funzionale degli strumenti storici consente di conoscerne meglio il funzionamento e poter meglio interpretarne le registrazioni. Lo studio dei dati sismologici storici, fra cui spiccano le registrazioni strumentali, può contribuire notevolmente alla conoscenza dei caratteri della sismogenesi di un’area e quindi della relativa pericolosità sismica.

Gli archivi sismologici dell’Osservatorio conservano circa un secolo di registrazioni sismiche, di grandissimo valore scientifico, che sono oggetto di riproduzione ad alta risoluzione presso i Laboratori di SISMOS-INGV a Roma e messi a disposizione della comunità scientifica sismologica nazionale e internazionale.

Numerose sono le pubblicazioni scientifiche a cui hanno contribuito registrazioni storiche della stazione FIR. Sul piano strettamente divulgativo e culturale, la sezione sismologia ha organizzato e organizza conferenze tematiche e mostre per avvicinare cittadini e studiosi a questo affascinante settore scientifico e all’importantissimo ruolo che ha avuto in esso l’Osservatorio.

La sezione, inoltre, contribuisce al costante adeguamento delle tecnologie e delle strategie di comunicazione della scienza, nel rispetto della intrinseca suggestione degli spazi espositivi dell’Osservatorio.