Alfani e il terremoto di Messina e Reggio del 28 dicembre 1908

Alfani e il terremoto di Messina e Reggio del 28 dicembre 1908

Il 1908 fu un anno importante e drammatico al tempo stesso per Alfani. Convinto a presentare domanda per la libera docenza in sismologia all'Università di Firenze, nell'ottobre di quell'anno ebbe l'annuncio ufficiale della sua nomina. Si trattava del primo incarico del genere in Italia.

L'installazione di strumenti più sensibili come la coppia di tromometrografi Omori-Alfani che, insieme al sensibilissimo microsismografo Vicentini, aveva permesso un salto di qualità nella rilevazione dei terremoti nel Gabinetto sotteraneo dell'Osservatorio. Ciò aumentava moltissimo il lavoro interpretativo da parte dello scienziato scolopio che poteva contare su un assitente solo per le funzioni più semplici e di servizio.

Nella prima mattina del 28 dicembre egli comunicò ai giornali fiorentini la registrazione di un terremoto di violenza straordinaria, superiore a quella del terremoto del settembre 1905, lontano 650 km, avvenuto quasi sicuramente in Calabria. A questa così precisa localizzazione giunse data la somiglianza con i sismogrammi del 1905, ma di intensità molto superiore, tracciati di oltre 60 cm di ampiezza contro i 23 cm di quello del 1905.

Alla fine del 1908 Alfani era già da tempo una celebrità nel mondo scientifico e istituzionale della sismologia italiana e internazionale. Questa fama gli valse la convocazione il 15 gennaio 1909 per partecipare alla Commissione incaricata di indicare le zone più adatte per la ricostruzione degli abitati colpiti dal terremoto di Messina e di Calabria del 28 dicembre 1908.

Il documentario che segue, costruito a partire dagli appunti manoscritti sulla missione di studio di Alfani dal 5 al 16 febbario 1909, per esigenze di brevità si sofferma sui primi giorni dal 5 al 10 febbraio 1909, senza togliere nulla alla drammaticità e suggestione del racconto.

Viaggio nel terremoto del 1908

Nel 1909 fu pubblicato, a cura della Società fotografica italiana di Firenze, un'opera fotografica Messina e Reggio prima e dopo il terremoto del 28 dicembre 1908. In quattro lingue, con una introduzione di Gabriele d'Annunzio, l'opera mette a confronto edifici monumentali delle due città prima e dopo il terremoto. Quest'opera è stata realizzata con il contributo di diversi fotografi fra cui l'avvocato Luigi Lodi-Focardi, fotografo 'dilettante' amico e compagno di tante missioni scientifiche con Alfani a cui contribuiva con servizi fotografici. Molte fotografie sono attribuite nel volume e Lodi-Focardi (esempio nella figura in basso) che, per quanto sopra accennato, avrebbe nel caso essere al seguito di Alfani nella sua missione ufficiale. Tuttavia, Alfani non ne fa menzione nei suoi appunti, anzi afferma "prendo molte fotografie" e ne fa anche un elenco. Resta il mistero se ci fosse con lui Lodi-Focardi, ma non ci sarebbe stato motivo di non citarlo nei suoi appunti privati, oppure se le foto attribuite nel libro a Lodi-Focardi non siano in realtà state fatte da Alfani che non voleva comparire nel libro anche come fotografo. Oppure, più semplicemente, le foto furono fatte da Lodi-Focardi nel corso di una autonoma campagna fotografica.


La Commissione incaricata di indicare le zone più adatte per la ricostruzione degli abitati colpiti dal terremoto di Messina e di Calabria del 28 dicembre 1908 si riunì dal 22 giugno al 3 luglio 1909 in assemblea plenaria, per esaminare i lavori eseguiti dagli ingegneri del Corpo Reale delle Miniere, coadiuvati da quelli del Genio civile. Furono ascoltate le relazioni del Direttore dell'Istituto idrografico e quella preliminare su una livellazione geometrica di precisione condotta nelle aree indagate presentata dall'ing. Loperfido, inviato dall'Istituto geografico militare. Le conclusioni della commissione si ebbero nella relazione ufficiale che fu pubblicata entro il 1909.

Finita anche questa avventura, punteggiata dalle numerose conferenze e interviste su quotidiani fiorentini e nazionali, i terremoti non si fermavano e troveremo Alfani di nuovo nei luoghi di un nuovo grande disastro: il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915.