Primi anni di Alfani all'Osservatorio Ximeniano (1900-1905)
Quando nel 1901 Alfani entrò all'osservatorio Ximeniano come assistente di padre Giovannozzi, aveva appena 24 anni; eppure aveva già una sua fama consolidata di valente ricercatore scientifico, che fu subito amplificata da importanti riconoscimenti. La vigilia di natale dello stesso anno 1900 fu nominato socio corrispondente per la terza sezione di scienze fisiche, matematiche e naturali della Società cattolica per gli studi scientifici. Nel 1902 fu nominato membro della Società sismologica italiana e della Società astronomica italiana, dal 1902 al 1907 di quelle astronomiche di Francia, del Belgio e di Spagna, mentre fin dal febbraio-marzo 1906 sarà dichiarato socio corrispondente dell'Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei, su proposta del P. Giuseppe Lais, "in considerazione dei suoi distinti meriti e delle sue speciali cognizioni scientifiche" (Barsanti 1992, pp. 39-40).
Già dal 1901, sotto specifiche pressioni di Alfani, l'Osservatorio Ximeniano iniziò a pubblicare il Bollettino Sismologico, per comunicare periodicamente ad altri osservatori italiani e stranieri tutte le sue registrazioni sismiche effettuate.
In particolare Alfani cominciò proprio allo Ximeniano ad approfondire la sismologia nei suoi più recenti sviluppi. Analizza e annota attentamente gli studi sulle varie manifestazioni della geodinamica, sulla misurazione della loro intensità e sui sistemi di costruzione edilizia antisismica "abbeverandosi" dalle pubblicazioni di Fusakichi Omori, di Giuseppe Mercalli, di Giovanni Agamennone, di Giulio Grablovitz, di Mario Baratta, di Adolfo Càncani e di altri studiosi italiani e stranieri.
Con alcuni di questi studiosi entrò presto in contatto epistolare, preferenziale quello con Vicentini - fra i primi ad avere molto apprezzato le capacità del giovane Alfani - ma spesso difficile se non conflittuale con Agamennone. Del resto mai semplici furono i rapporti con i direttori e il personale scientifico dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, che non gradivano la sopravvivenza di osservatori sismologici non statali, che si rifiutavano di finanziare. Non fu tuttavia infrequente la richiesta da parte degli stessi, e in particolare Agamennone, di precisazioni sui dati dell'Osservatorio, o di notizie aggiuntive.
Un discorso speciale merita Omori, qui sopra in una foto con dedica del gennaio 1907, professore di sismologia all'università di Tokio, "amico" e frequente visitatore dello Ximeniano già dal 1897, con cui Alfani stabilì una proficua e amichevole collaborazione, fondata sulla reciproca grande stima. Tornerà, come vedremo, a studiare diversi disastrosi terremoti italiani e non mancherà di fare visita all'amico.
Dopo il crollo del campanile di San Marco a Venezia, il 14 luglio 1902, ad Alfani fu chiesto di monitorare il comportamento della torre di Palazzo Vecchio allo sparo del cannone di mezzogiorno. Al fine di esaudire questa richiesta, dal 28 marzo 1903 lo scienziato scolopio installò un trepidometro nella torre.
Nel 1904 nacque quella forte antipatia fra Alfani e Giovanni Agamennone, destinata a durare fino alla morte del Nostro. Quest'ultimo, prendendo spunto da una leggera scossa sismica avvenuta in Persia a fine giugno, rimproverò senza motivo lo scolopio: Se nelle date e nelle ore non si pone la più grande esattezza, si è esposti a prendere i più gravi equivoci. Ed io credo che il sistema Vicentini di registrare ciò sopra una ruota di carta affumicata che gira più volte su se stessa, concorra non poco a generare confusione. Così anche il sig. Stiattesi ha commesso più volte equivoci consimili. Col mio sistema di registrare ad inchiostro sopra un foglio di carta che si svolge una sola volta, non si corre alcun pericolo di tal sorta!
L'ultima considerazione di Agamennone sulla bontà del suo metodo di registrazione merita una precisazione. Agamennone contesta ad Alfani la scelta della registrazione su rullo con carta affumicata, introdotta fra l'altro da P. Filippo Cecchi nel 1882 e applicata egregiamente nel suo ultimo strumento: il sismografo analizzatore a doppio pendolo (1886), che era in fase di adozione dai migliori progettisti di strumenti sismici da quel tempo in poi. Agamennone, anacronisticamente, insiste sulla bontà del suo sistema di registrazione su carta continua (immagine di sinistra). Dopo solo pochi anni "capitolerà" cominciando a progettare strumenti a registrazione su rullo.
Sismografo analizzatore a doppio pendolo Sismografo Agamennone
L'installazione di strumentazione, anche da lui progettata, più moderna di quella esistente al tempo del suo arrivo all'Osservatorio consentirono ben presto ad Alfani di intervenire sui giornali locali con comunicati e interviste in relazione all'occorrenza di terremoti italiani e stranieri registrati da sismografi come il Vicentini e i nuovi tromometrografi Omori-Alfani
Fu proprio con il terremoto che l'8 settembre 1905 devastò la Calabria, che l'immagine di Alfani balzò alla ribalta nazionale, allorché avvisò la stampa e le autorità prima ancora che arrivassero le richieste d'aiuto da parte delle popolazioni colpite. Nel corso della ricognizione mattutina ai sismografi del gabinetto sotterraneo Alfani aveva rilevato, infatti, che alle 2:45 tutti gli strumenti avevano registrato una violentissima scossa avvenuta entro 1000 km da Firenze in direzione S-SE ed era durata due ore con ampiezza massima di 23 cm! Con gli strumenti del tempo significava un movimento del terreno di circa 2 mm.
A seguito di questa tempestiva segnalazione e della instancabile attività di divulgazione condotta su giornali locali e nazionali, Alfani si guadagnò diversi appellativi in ambito locale, fra cui: "profeta e mago dei terremoti", "padre dei terremoti" e "terremotaio".
A seguito del disastro del terremoto calabrese del 1905, Alfani decise di scrivere I terremoti e le case. Appunti popolari di sismologia, dove spiegava come molti dei danni verificatisi in Calabria potevano essere evitati mediante l'osservanza di determinate regole di costruzione edilizia, che da tempo i giapponesi avevano fatto osservare nel loro paese.
Nonostante la grande popolarità raggiunta, non solo in ambito popolare, ma anche in quello scientifico e istituzionale, Alfani non venne inserito nella commissione nominata dal ministro della Pubblica Istruzione per studiare il terremoto della Calabria e comprendente i professori Annibale Riccò, Luigi Palazzo, Torquato Taramelli e Carlo Bassani. La stampa cattolica protestò vivacemente per questa scandalosa esclusione, di cui tuttavia il diretto interessato non si lagnò, troppo preso dall'intensissima attività scientifica quotidiana.
Nel Natale del 1905, dopo le dimissioni di P. Giovannozzi, Alfani divenne direttore dell'Osservatorio Ximeniano.
Si apriva un capitolo nuovo della sua storia professionale funestato dopo tre anni da un'altra gravissima catastrofe che lo vide come cronista scientifico nei territori devastati dal terremoto di Messina del 1908.